Chiesa di SS. Ippolito e Cassiano
L’edificio della chiesa parrocchiale attuale sorge sulla medesima area sulla quale sorgeva la pi๠antica chiesa – pure dedicata a San Cassiano e dal secolo XVI anche a S. Ippolito – risalente almeno al XIII secolo.
L’angustia della chiesa precedente, con l’aumentare della popolazione, – chiesa che occupava circa la metà dell’area di quella attuale mentre l’area restante era adibita a piazza – indusse i parroci della prima metà dell’Ottocento (Malerba e Masera) a chiedere pressantemente alla Comunità municipale di Vanzago l’aiuto finanziario per costruire una chiesa pi๠ampia.
Dopo almeno un decennio di richieste e preparativi, nel 1858 si riuscì a far assumere dal Comune il maggior impegno finanziario (si era ancora nel regime del dominio austriaco) e ad avviare un cantiere, partendo dalla demolizione della vecchia chiesa e relativo piccolo campanile. Il progetto definitivo fu redatto dall’architetto Giacomo Moraglia, professionista di grande esperienza ed ottima fama per le sue molteplici realizzazioni neoclassiche in Italia nella prima metà dell’Ottocento.
Nonostante alcune contese sorte con la confinante proprietà del conte Carlo Calderara, la costruzione procedette abbastanza rapidamente anche per il notevolissimo contributo lavorativo offerto gratuitamente dai parrocchiani vanzaghesi, (scavi, trasporti, manovalanza, ecc.) a supporto e complemento del lavoro principale affidato all’impresa costruttrice.
La chiesa, appena terminata nelle sue strutture, fu provvisoriamente benedetta nel giugno 1860 e subito utilizzata per tutte le funzioni parrocchiali; ma le finiture e gli arredi richiesero ancora parecchi anni per il completamento, sotto la guida del parroco Annoni. La definitiva consacrazione fu celebrata dal card. Andrea Ferrari – poi proclamato Beato – il 26 ottobre 1901, dopo che il parroco Bellani aveva promosso le ultime rifiniture, il nuovo pavimento e le decorazioni pittoriche.
La chiesa è articolata su tre navate con eleganti volte “a vela” sostenute da agili colonne sormontate da capitelli in stile corinzio. Ai lati del presbiterio sono inseriti da un lato la sacrestia e dall’altro lato alcuni locali ed il campanile. Oltre all’altare maggiore, vi sono ai lati due altre piccole cappelle con altari, uno dedicato alla Madonna del Rosario e l’altra dedicata in origine al Crocifisso; assai pi๠tardi a S. Giuseppe.
Il nuovo campanile proporzionato alla chiesa ha richiesto anche la posa di nuove campane, che furono installate, in numero di cinque di tonalità re-bemolle, nel 1888.
La facciata è assai gradevole per quanto semplice, scandita da lesene che marcano l’andamento della navata centrale pi๠elevata e, trasversalmente, rimarcano il livello delle navate laterali pi๠basse. Complessivamente prospettano due rettangoli intersecati tra loro, ciascuno dei quali mostra proporzioni “auree” tra base ed altezza. A coronamento vi è un timpano triangolare. Originariamente aveva decorazioni a conci in rilievo; successivamente fu modificata giocando solo su lievi contrasti di colore.
Nella facciata si apre un grande portale centrale con spalle sagomate in pietra viva, sopra il quale è posta una grande finestra circolare; vi sono poi due porte laterali, pure contorbate in vivo. L’accesso avviene mediante gradini: dai tre originali attualmente sono ridotti a due, a causa del successivo rialzo del piano della piazza, in occasione del suo recente completo rifacimento ed ampliamento.
Tratto da scritti di Gioachino Mauri.