25 Aprile 2022

25 Aprile 2022 | Discorso del Sindaco – 77° Anniversario della Festa della Liberazione

Nel corso delle celebrazioni per il 77° anniversario della Festa della Liberazione, il Sindaco pro-tempore Guido Sangiovanni ha tenuto un discorso dal titolo “Liberazione e Guerra”.

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Care concittadine e cari concittadini,

vi chiedo di chiudere gli occhi per un istante e di stare in silenzio.

 

Riuscite a sentire il suono della libertà? Che gusto ha la libertà? Che colore ha la libertà? Rosso? Azzurro? Bianco? Ci avete mai pensato?

Forse diamo troppo per scontato il fatto che siamo liberi e che viviamo in una democrazia che ci garantisce di vivere bene.

 

Sempre ad occhi chiusi, riuscite ad immaginare, invece, che cosa vuol dire essere oppressi? Riuscite ad immaginare di non poter dire quello che pensate perché un dittatore ha deciso quali sono le parole giuste e quelle bandite? Riuscite a pensare di non poter esser più padroni della vostra vita perché qualcun altro si arroga il diritto di scegliere per voi? Riuscite a sentire sulla pelle la paura di vivere nell’attesa che verrete presi, portati via, massacrati di botte e costretti a lodare il dittatore e a seguirne le idee e le sue regole? Riuscite a provare la disperazione perché un vostro amico o un vostro famigliare è considerato un dissidente, uno che è contro al regime, un nemico da eliminare? Chiudete gli occhi…

Il Fascismo era questo ed anche peggio. Era la negazione della libertà, era il benessere e lo strapotere di un dittatore e di pochi adepti, contro l’oppressione dei tanti che subivano una schiacciante vessazione.

Ed ora apriamo gli occhi: festeggiamo la Liberazione con la consapevolezza che dopo vent’anni di oppressione e la tragedia della seconda guerra mondiale, il Fascismo è stato cancellato e il dittatore codardo e vigliacco giustiziato. Ma soprattutto, festeggiamo la Libertà e la Democrazia! Festeggiamo la Costituzione e la Repubblica, figlie della lotta contro il Fascismo e per la Libertà.

Non diamo per scontato queste conquiste, non diamo per scontato che quello che oggi abbiamo rimarrà per sempre. Pensate a quanto è accaduto in Ucraina…

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Vi chiedo ancora di chiudere gli occhi…  immaginate ora di svegliarvi di soprassalto per il suono delle sirene dell’allarme aereo, di dover correre in un rifugio, di vedere in lontananza i bagliori dei missili che distruggono ogni cosa vicino alle vostre case, di sentire l’odore acre del fuoco e dei fumi delle esplosioni delle bombe e dei colpi di artiglieria, di vedere immagini di distruzione e di morte nelle strade della vostra città. La guerra che è scoppiata il 24 Febbraio 2022 in Ucraina è una tragedia immane, un sacrilegio che colpisce le nostre coscienze…

Apriamo ora gli occhi: io credo che molti cittadini Ucraini negli ultimi sessanta giorni di guerra abbiano avuto più volte la tentazione di non voler più aprire gli occhi per non vedere la realtà, per non vedere le immagini di dolore e di desolazione, per non prendere coscienza che quello che si ha davanti non è un sogno ma è la dura e triste realtà, per non dover dirsi che il mondo di prima, in cui si viveva liberi e felici, non c’è e non ci sarà più.

L’aggressione militare della Russia è un atto contro l’umanità.  Nessun essere umano può considerare giusto o giustificabile quanto accaduto, uccidere donne, vecchi e bambini indifesi, radere al suolo le città con i missili, sparare con un carro-armato ad una persona in bicicletta, schiacciare con i blindati persone e cose, …

Chiunque cerchi di giustificare Putin e la Russia adducendo scuse e pretesti è un amico del dittatore. Come si fa a non capire che la Guerra, specialmente quella di invasione della nazione confinante, fatta con preparazione, metodo e scelta razionale, è di per se un crimine contro l’umanità e contro il diritto alla libertà e all’autodeterminazione dei popoli?

Sin da quel 24 Febbraio, le immagini di morte e distruzione provenienti dalla Ucraina sono ormai parte delle nostre vite, della nostra realtà, e ci hanno colpito e rattristato. Abbiamo provato paura, rabbia, commozione, dolore, forse anche speranza che in un modo o in un altro la Guerra sarebbe finita presto… Abbiamo imparato i nomi delle città chiave dell’Ucraina, abbiamo capito come si usano i Javelin e quanto possono essere letali i droni, siamo rimasti sbalorditi dalle immagini dei satelliti con le quali si evidenziano le fosse comuni, abbiamo pianto nel vedere le strade di Bucha piene di cadaveri. Ma ora? Ora che sono passati due mesi dall’inizio della Guerra, cosa rimane?

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“La Guerra è una cosa triste, ma ancora più triste è il fatto che ci si fa l’abitudine” scrisse il grande Tiziano Terzani commentando il primo morto ammazzato che – da giornalista inviato di Guerra – incontrò il 7 aprile del 1972 a Saigon in Vietnam.

 

Io avverto forte il pericolo che questa Guerra, come tutte le altre, ormai sia già passata di moda, sia già stata “normalizzata”, sia già diventata un fatto passato, un fatto non più scandaloso… Avverto il pericolo che si inizi a ragionare in questo modo: “dispiace per l’Ucraina e per il suo popolo, è terribile quanto è accaduto, ci sono i profughi da accudire, ma è ora che tutto finisca, vogliamo riavere la nostra comodità e la nostra serenità perché quelle immagini di desolazione un po’ ci danno fastidio, ci urtano, non vorremmo vederle… Abbiamo già passato due anni di fatica per via del COVID e non vogliamo che un’altra tragedia mini la nostra esistenza…”

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“La Guerra è una cosa triste, ma ancora più triste è il fatto che ci si fa l’abitudine”… allora facciamo in modo che questa Guerra in Ucraina e tutte le altre Guerre che ci sono nel mondo continuino a scandalizzarci.  Adoperiamoci come possiamo per tenere alta l’attenzione su quanto accade nel Mondo, specialmente laddove sorgono regimi totalitari o laddove salgono al potere dei dittatori che, si sa, amano la violenza come strumento di affermazione di sé stessi contro gli avversari e della propria nazione contro quelle confinanti. Respingiamo sul nascere l’ascesa dei neo-Mussolini, di quelli che non lasciano spazio agli altri, di quelli che non vogliono la democrazia ma vogliono comandare. Leggiamo. Studiamo. Riflettiamo. Parliamo. Agiamo.

Squarciamo il caldo velo dell’assuefazione alla Guerra e alla violenza che sempre arriva a lenire il disgusto iniziale per l’atrocità e la tragedia.

Non chiudiamo più gli occhi a chi soffre, a chi lotta per la libertà, a chi denuncia la mancanza di democrazia…

Vladimir Putin e la classe dirigente Russa che hanno commesso questo crimine contro l’Umanità sono il male assoluto. Diciamolo chiaramente. Facciamo fronte comune e chiediamo con forza che si mettano in campo tutte le misure possibili per costringere la Russia a smetterla con la Guerra e con la Violenza sia esterna sia interna, anche se queste misure comporteranno alcuni sacrifici per noi e per le nostre vite.

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Dalle immagini che arrivano dalla Russia, si vede che chi non è d’accordo con il Regime viene messo in galera, si capisce che c’è un regime totalitario con il quale fino a pochi mesi fa anche molti dei nostri governanti facevano affari e così tolleravano le misure anti-democratiche presenti in Russia da tempo.

In molti oggi tracceranno parallelismi tra la lotta degli Ucraini contro i Russi e la Resistenza Italiana al nazifascismo: io mi permetto di dire che, in realtà, quanto sta accadendo in Ucraina è una invasione da parte dell’esercito Russo e l’esercito e il popolo Ucraino sta difendendo la propria terra, mentre i partigiani, in primis, hanno dovuto combattere contro il dittatore e contro i suoi accoliti, le camice nere, i gerarchi, i repubblichini, e solo in seguito dal Settembre 1943 hanno dovuto combattere anche i Tedeschi giunti in Italia a dominare (l’“invasor” della canzone Bella Ciao). Questa differenza mi pare significativa tanto che mi piacerebbe accostare ai Partigiani le persone che in Russia hanno saputo opporsi al regime dispotico di Putin e sono stati penalizzati, sono finiti in carcere o sono considerati dei traditori. Chissà se ci sono abbastanza “Partigiani” in Russia in grado di opporsi a Putin e al suo regime…

Lo cantava Sting nella sua “Russian”, canzone che ha cantato di recente proprio per l’Ucraina: “…there is no such thing as a winnable war/it’s a lie we don’t believe anymore…” ovvero “non esiste una guerra vincibile/è una bugia a cui non crediamo più”. Bisogna invece sperare che anche i Russi amino i propri figli e che contribuiscano a mettere fine alla guerra.

“Non c’è monopolio sul buon senso / Su entrambi i lati del terreno politico / Condividiamo la stessa biologia, indipendentemente dall’ideologia / Credimi quando ti dico / Spero che anche i russi amino i loro figli”.

 

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In questo contesto anche la festa della Liberazione del 2022 – dopo quelle del 2020 e 2021 caratterizzate da COVID – si svolge sotto un velo di rammarico e di tristezza per la tragedia che continua a perdurare in Ucraina, ma forse questo clima ci può aiutare a fare uno scatto di consapevolezza di quanto siamo fortunati per avere la nostra libertà intatta come dicevamo in apertura.

 

Evviva la Libertà! Evviva la Liberazione! Evviva la Resistenza! Evviva la Repubblica! Evviva l’Europa! Evviva l’Ucraina libera!

 

20220425 Discorso – Liberazione e Guerra

20220425 Discorso - Liberazione e Guerra
20220425 Discorso - Liberazione e Guerra

(dim. 188 KB) - ultima modifica: 5 Ottobre 2022

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